Soledad
18 Luglio 2008
Un giardino di solitudine. L'enorme parete grigia dell' ex cinema Excelsior. È un quadro vivente, il mondo è tutto lì, tutto il suo dolore racchiuso in un pezzo di terra, in un cortile; il giardino lo tiene, ce la dona. Ancora una volta, nello stile di Firenza Guidi, una performance sito-specifica: la scelta di un luogo, il desiderio di farlo parlare, di dargli voce e nuove, inaspettate sfumature. È la XVII Scuola Internazionale di Performance di Elan Frantoio, che per due settimane ha portato a Fucecchio ragazzi e ragazze da prestigiose scuole di teatro, circo e danza di tutta Europa e non solo (il Royal Welsh College di Cardiff, la Laban School di Londra, la National Theatre School di Reykjavik, la Butler University di Indianapolis, l'Arsenale di Milano), oltre a giovani del nostro territorio: più di trenta performer, per mettere in scena la solitudine.
E la magia. Soledad, infatti, è liberamente ispirato la romanzo Cent'Anni di Solitudine di Gabriel Garcìa Màrquez: il giardino Bombicci diviene Macondo, villaggio reale e magico allo stesso tempo; i suoi abitanti sono come noi: buoni ma sporchi, ingenui eppure capaci di far male; vulnerabili, passionali, tristi, in un paese dove il grano non cresce. Arrivano gli zingari, ogni anno, portano il loro vento di circo primitivo, di istinto, di seducente acrobazia; portano la loro scienza che sembra occulta. Arriva il progresso, e il ghiaccio è per gli abitanti un diamante prezioso, la calamita pura stregoneria. Il treno connette Macondo al resto del mondo, ma loro rimangono comunque soli, fragili fra farfalle gialle, a ingoiare terra, a meravigliarsi, a spaventarsi, a morire tragicamente.
Questa esperienza si inserisce nel più ampio progetto "Il Teatro delle Radici": in un clima di internazionalità troviamo la nostra terra, troviamo il sangue, il respiro che ci accomuna, troviamo una ninna nanna che arriva dal passato. Ora più che mai ce n'è bisogno; ora, che visti da lontano, siamo punti di dolore, piccolezze di paura implosa. Siamo soli a desiderare, soli a comprare, a volere sempre di più; e con quale indifferenza ci vestiamo a lutto, con che semplicità non ci commuoviamo. Siamo soli d'una solitudine cosmica.
La performance vive di questo: di tremendo dolore e passione bruciante; non ci sono solo presente, passato e futuro: c'è il tempo della magia, reale più d'ogni altra cosa. Tutto è come lo conosciamo eppure è diverso. Nessuna risposta certa, nessuna soluzione. Garcìa Màrquez ci lascia solo dubbi. Dubbi e magia. Come formula alchemica contro questa tristezza di pelli grigie, contro questo nostro camminare soli, per una notte, in un giardino, cerchiamo di creare quella magia, di regalare sguardi generosi, di far battere un paio di cuori.
Come sempre, affianca la Guidi un team d'eccezione: oltre all'insostituibile artista e musicista David Murray, Dylan Williams ha curato la parte vocale e musicale, James Roberts le parti acrobatiche.
- Quando
- 18, 19, 20 luglio 2008, ore 21:00 e 23:00
- Dove
- Giardini Bombicci, Fucecchio