Erendira ovvero: la vigilia della rivoluzione

È arrivato il circo, ma non profuma di popcorn. È il circo, sono sicuro, ma di elefanti e tigri nemmeno l'ombra. Questo circo è come me lo immaginavo: ha tendoni neri, viene su tacchi a spillo e profuma di rose. Mi spezza il fiato in gola. Dopo i primi cinque minuti una spagnola piroetta sopra la mia testa; mi giro e un'australiana mi passa accanto con cinque hoola hoop che le ruotano intorno; e poi elfi sui trapezi, più veri di un sogno. Li guardo come un bambino, a bocca aperta e con gli occhi lucidi; ora ho cinque anni, alla magia ci credo: fate di me quello che volete.

Questo è il laboratorio superiore di arti circensi organizzato da Elan Frantoio, che per una settimana ha ospitato giovani artisti provenienti dalle più prestigiose scuole d'Europa: l'E.S.A.C. di Bruxelles, il Frick di Torino, il Circa Media di Bristol, il Circus Space di Londra, il Lido di Tolosa, il N.I.C.E. di Melbourne. È una meraviglia di culture, di parole inventate, di sorrisi regalati. L'occhio incontra l'occhio, e il corpo va avanti dove la lingua si ferma. È proprio l' intesa, il contatto con altre realtà, la parola d'ordine di questo progetto all'insegna dell'internazionalità: si arriva e già ci si sente parte di qualcosa che nasce e cresce di minuto in minuto, respiro dopo respiro. Accanto ai professionisti, giovani ragazzi fucecchiesi hanno avuto l'opportunità di avvicinarsi ad arti non convenzionali, di apprendere i rudimenti delle varie discipline (trapezio, corda, cerchio, ...) e di esplorare le potenzialità del corpo come strumento di gioco, espressione, arte e comunicazione. Il laboratorio diventa esperienza totale, festa del confronto e dell'arricchimento, occasione unica e irripetibile.

E il tutto, come sempre, da flusso creativo quasi inconsapevole, naturale come i battiti del cuore, come i movimenti e i gesti di performer veri perché presenti nell'attimo, trova nel montaggio di Firenza Guidi forma e modellamento: l'energia viene plasmata, assume i connotati d'una storia; diventa rivolta, ed è la rivoluzione del fuoco che avvampa, dell'acqua, della pioggia che scalfisce, è la rivoluzione della terra che regge e seppellisce, del vento che piega le foreste. È la rivoluzione di una donna, Erendira: è il suo corpo triste e forte, violato eppure virgineo a far gridare gli elementi.

La performance prende spunto da un racconto di Gabriel Garcìa Màrquez, La incredibile e triste storia della candida Erèndira e della sua nonna snaturata; l'energia dei corpi in scena, la loro lotta fatta di salti, voli, grida, acrobazie, diventano l'energia e la lotta di una giovane perseguitata dal vento della disgrazia, che sente nascere la felicità dalla solitudine, l'amore dallo stupro, e dall'amore il riscatto, dal riscatto la libertà , libertà e nient'altro. Come si fa ad essere così fragili e potenti? Così peccaminosi eppure innocenti? Arriva la rivoluzione, la rivoluzione di chi corre una corsa senza fine, di chi corre per la vita, più veloce del vento perfido che li perseguita. I circensi sempre vanno. Loro corrono, Erendira corre, io li seguo con lo sguardo fare salti nell'aria estiva... portatemi via con voi! Sono un bambino, anche io piccolo e puro; sono cattivo quanto basta: portatemi via.

Quando
sabato 5 luglio 2008, ore 23.00
Dove
Marea Festival, Buca d'Andrea, Fucecchio