Il Delirio a Fucecchio

Il Tirreno

Firenza Guidi inscena con i ragazzi dell'Istituto Checchi l'opera più famosa di Peter Weiss: il Marat-Sade. Oggi, 8 febbraio ore 11 18 21 23 palestrina ausiliaria Fucecchio.

E' ripartita alla grande la macchina artistica della Guidi: estendendosi dal Frantoio in parco Corsini, alla palestrina ausiliaria in via Fucecchiello, fino ad arrivare all'Istituto Checchi. Partecipano 66 studenti: 36 performer e 30 tecnici divisi nelle corsie di Scenografia e Oggettistica, Illuminotecnica, Costumi, Video Performance, Sound, Musica dal Vivo, Pubbliche Relazioni e Organizzazione. Oggi alle ore 11 il primo spettacolo con 300 spettatori fra studenti e docenti, previsto ancora tanto pubblico in serata alle ore 18 21 e 23.

La piece teatrale si inserisce a chiusura delle commemorazioni per la settimana della memoria e ci riassume il senso di queste celebrazioni: "Non si deve perdere d'occhio il fatto che il Marat-Sade sia anche una riflessione sull'olocausto attraverso la metafora della rivoluzione: ci sono delle battute in cui risuona il grido di Weiss contro l'Olocausto." Spiega Firenza Guidi .

Lo spettacolo, che inizia alla palestrina ausiliaria, è un percorso: la Guidi ci porterà dalla camera ardente di Marat che è lo stesso bagno dove il rivoluzionario fu assassinato dalla Corday agli spazi aperti che sono i giardini del manicomio, dove gli internati giocano nell'ora d'aria, fino ad arrivare all'istituto Checchi che rappresenta il Manicomio di Charenton; qui vivono gli internati raccontandoci le loro vicende. Il pubblico verrà guidato attraverso un cammino che affonda sempre più nella follia, nella corruzione di principi e di ideali. Gli internati del Manicomio di Charenton, non portano sul cappello la coccarda tricolore, bensí portano sul braccio la stella-distintivo che i nazisti avevano imposto alla popolazione ebrea. Spogliati e internati in campi di concentramento, noi discendenti di questi avi siamo portati a rilettere: questa è la follia dei pazzi-savi, dei pazzi che stanno al potere, dei pazzi-autori di stermini, di chi decide attraverso ordinanze e decreti il calcolo di un olocausto.

Chiediamo a Firenza il perché della scelta di un testo con così tante implicazioni: "Innanzitutto ha una doppia valenza, da una parte i pazzi che ambientati in un manicomio possono dire quello che gli pare, perché appunto pazzi. Il manicomio che è chiusura, diventa libertà di dire quello che si vuole dire. Dall'altro lato, c'è anche la paura della follia dei savi che ha portato alla stella a sei punte: da segno distintivo diventa legge-macchina di morte". La curiosità è che per anni Firenza ha negletto il testo perchè molto inflazionato negli anni 70 e 80. "L'anno scorso non so cosa mi è scattato, mi è tornato su dalla memoria; credo che sia un testo che ha ancora molto da dire, se mi avessi detto due anni fa che lo avrei riportato in scena sarei rimasta perplessa" dice la regista.

E riporta in scena un'opera con la freschezza e il linguaggio personale dell'artista; per chi ama la sua arte impedibile una delle primissime scene: ventidue donne incinte tutte vestite di bianco, a mo' del fiammingo Vermeer, ci ammoniscono che i figli della rivoluzione non nasceranno mai. Perché dopo la distruzione, la morte e la follia, ci sarà solo il ripristino di una nuova dittatura, quella Napoleonica. La performance inizia e finsce con la morte, la morte degli ideali e morte dell'uomo come essere buono e razionale. L'uomo affonda sempre di più in un inferno da lui creato e lí ci rimane, fino a che la vita, una nuova vita non nasca dalle ceneri, per poi, come in un ciclo tragico e ineluttabile, ri-infiammarsi e rispegnersi.

Costo del biglietto 5 euro, prezzo unico. Spettacoli ore 11 18 21 23, palestrina ausiliaria via Fucecchiello.

Giulia Cecchini

Quando
08 Febbraio 2007
Dove
Il Tirreno - Sezione di Empoli