meXico

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Stagione estiva del Frantoio di Fucecchio dedicata a Juan Rulfo e alla cultura messicana

meXico, come me davanti a un crocevia, punto di incontro inaspettato fra culture apparentemente inconciliabili. Il Frantoio di Fucecchio, da sempre finestra sul mondo, in questa stagione sottolinea proprio la sua natura di frontiera, di crogiuolo in cui culture diverse si conoscono e mescolano dando vita a nuove esperienze e possibilità inaspettate.

È l'espressione finale del Teatro delle Radici, percorso che da anni è al centro della ricerca della regista Firenza Guidi: perché oltre alle radici vere e proprie, legate inesorabilmente alla propria terra, all'aria che respiriamo, ce ne sono altre, apparentemente inconciliabili, che arrivano da lontano e ci parlano, avvinghiandoci nel loro abbraccio.

Dopo l'esperienza del 2008, ispirata a Gabriel Garcìa Màrquez, in cui aveva fatto una prima comparsa un mondo meraviglioso e inquieto dove magia e realtà si fondono senza possibilità di distinzione, si cerca ora di tornare alla fonte intravista, al Messico dello scrittore Juan Rulfo e al suo romanzo culto, Pedro Páramo. Un mondo che, distante, porta però marchiata una primordialità sanguigna e magica in cui rispecchiarsi, una matrice comune che, evocata quasi per caso, si manifesta e ci parla un linguaggio universale, che appartiene anche a noi. È la poetica del piccolo villaggio, del paesino che tramanda storie nella carne viva e porta presagi antichi sui suoi muri, un paese che lotta, che assorbe, nel bene e nel male. Conoscendo questo Messico, ci rendiamo conto di "esserci passati", con Zorro, con Pancho Villa, con gli scatti della fotografa e rivoluzionaria Tina Modotti, e di esserne simili, vicini, nei racconti, nei piccole episodi di paese che posseggono però quella verità ancestrale che li fa divenire universali, tremendamente nostri. Le radici sono anche questo: affondano nella terra, viaggiano, oltrepassano oceani, mettono in contatto culture che si incontrano fra loro e si intridono a vicenda.

"Leggere Rulfo è come avere un miraggio. C'è uno continuo sbilanciare, un giocare col reale, col tempo, col geografico", dice la Guidi. Una fusione fra reale e irreale, dove la magia è concreta, pane di tutti i giorni; un mondo che ci attrae e inquieta, uccide le certezze, scardina i pensieri: le radici sono anche questo, non ci concedono tregua, smuovono la superficie, mandano scosse, destabilizzano, non ci permettono di stare rilassati e, infine, squarciano la terra e permettono alla morte di uscire, di bisbigliarci; proprio con la morte ha a che fare questo Messico così nostro: una presenza sempre viva, che ride, ci siede accanto e ci spinge a nuove azioni e creazioni.

I prossimi appuntamenti della stagione saranno Luvina_Il Muro alla fine del Mondo, performance di arti circensi all'interno di Marea 2009 e Pedro Páramo is dead, Scuola Internazionale di Performance; due eventi che come ogni anno, porteranno a Fucecchio giovani artisti da varie parti del mondo, in quel crocevia di culture che il Frantoio è ormai da 15 anni.