Il Teatro delle Radici 2007-2010

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Il Teatro della Memoria è quello che si ricorda.
Il Teatro delle Radici è quello di cui siamo fatti.

Nelle Radici ci sta tutto quello che ci compone come esseri umani. Le Radici hanno processato anni e anni di storia, di scuola, di abitudini e costumi, di vita quotidiana e vita spirituale.

Nel Teatro delle Radici ci sta la memoria ma anche quello che abbiamo preso in prestito dalla Cultura in cui abbiamo vissuto. La parola Cultura è intesa nel senso più vasto: la cultura d'origine, la cultura studiata a scuola, i classici di tutto il mondo, la cultura popolare, i fumetti, la musica italiana e straniera, la cultura dei viaggi verso isole sconosciute, la cultura che si usa per lavoro ma che non fa parte di un universo concepito come universo creativo. La cultura delle origini e la cultura politica come impegno e partecipazione alla polis. La Cultura che scrive e la cultura che parla. La cultura che prega un Dio invisibile. La Cultura che ride e quella che piange come una ferita sempre aperta. La Cultura dello straniero trapiantato che romanticizza le proprie Radici, che non si sa esprimere come poteva fare nella propria cultura, e la Cultura di chi è rimasto a casa e spesso non vede e non sente quello di cui è fatto. La cultura degli alberi e del raccolto, dei grattacieli e del supermercato. La cultura nata nell'ombra e quella fatta di luce. Nel Teatro delle Radici, siamo tutti genitori e figli adottivi, tirati su nell'ordine delle cose, nella cultura che domina e azzittisce pur restando attaccati alle Radici di una cultura profonda e mai raccontata perché non appartiene alla memoria e non ha vocabolario. La cultura delle Radici è una goccia distillata da quintali di ingredienti che comprendono tutto quello detto sopra. Ma che da litri e litri d'acqua e di mistura producono una sola goccia. Questa goccia è la Radice. Quello che ci fa adottati nel paese d'origine. Quello che si è imparato come figli adottivi e quello che ci portiamo dietro da secoli. Di tutto questo siamo fatti.