Il Muro alla fine del Mondo
È questo il titolo di un progetto che si avvarrà dell'esperienza di lavoro di formazione e produzione da anni portato avanti da Firenza Guidi e consolidato dalle compagnie Elan Wales ed Elan Frantoio con base rispettivamente a Cardiff, in Galles, e presso la sede del Frantoio nel Parco Corsini a Fucecchio. "Il Muro alla fine del Mondo" prevede la collaborazione di artisti e tecnici a livello locale, nazionale e internazionale che confluiranno a Vinci e Cerreto Guidi da diversi paesi europei.
Il progetto si avvale dunque di materiali di ricerca primaria (la visita - studio e le proprie reazioni razionali ed emotive a quanto visto, alle testimonianze dirette di sopravvissuti, lettere, fotografie); e di una ricerca secondaria composta di libri, articoli, filmati, film, documentari, libri di fotografie, per esplorare una fusione tra storia indotta e storia vissuta in prima persona, tra vita e arte come veicolo di creazione e riflessione e valorizzazione per immettersi in un percorso esplorativo che ha per oggetto principale il rappresentare e ripresentare la storia in maniera attiva e responsabilizzante e non come una serie di eventi che non ci appartengono più e che non ci riguardano.
Lasciamo la presentazione del percorso alle parole di Firenza Guidi: "Ed ecco che ci accingiamo a fare un altro emozionante viaggio. In collaborazione con i comuni di Cerreto Guidi e Vinci e con i ragazzi dell'Istituto "Leonardo da Vinci", ci prepariamo per la creazione di un nuovo spettacolo/ evento che ha come obiettivo primario la valorizzazione dell'esperienza diretta della visita ai campi di sterminio, in questo caso Buchenwald e Ravensbrück, e fonderà in un unico artefatto testo, parola, corpo e immagine. Il progetto vuole ripristinare il valore della memoria come parte integrante del nostro presente e futuro e come elemento attivo e di continua ispirazione nella vita di tutti i giorni. Un progetto di alta qualità e di interesse per tutta la comunità e non solo per gli addetti ai lavori, che coinvolgerà alunni, docenti, politici, educatori, insegnanti di supporto, genitori e il pubblico di tutte le fasce di età.
Protagoniste saranno le classi terze delle scuole medie di Cerreto Guidi, Vinci e Sovigliana. La compagnia sarà quindi formata da circa 230 giovanissimi performer, che lavoreranno insieme alla mia squadra di tecnici e artisti di livello internazionale. L'impulso creativo è suggerire ai giovanissimi partecipanti di prestare particolare attenzione alla ricerca di tracce, sia vederle che lasciarle; all'uso dei sensi come strumenti per ascoltare, visualizzare e forse toccare con mano immagini ormai diventate due-dimensionali, cioè dei libri, fotografie e film. Il bambino, o giovane adulto, sarà confrontato dal volto e la voce e il solco della scarpa di altri bambini, bambine e giovani adulti. L'immagine dell'eroe, caro alla storia di tutti i continenti, sfuma in un mondo creato per schiacciare ogni traccia di identità umana e per rendere la bambina, la scolara, l'apprendista, il giovane di talento, la piccola ballerina, null'altro che corpi tatuati da un numero infamante. La perdita dell'innocenza è la più grande tortura inflitta ad un bambino. Lo spettacolo verrà realizzato in uno spazio moderno, post-industriale o creato per altre attività che accolga la ricerca, la agevoli, la ostacoli, la esalti o la schiacci. Il luogo della performance sito-specifica deve ancora essere identificato. La scenografia parte dalla domanda: come si può definire un luogo creato per cancellare, senza lasciare traccia alcuna, tutto ciò che rende l'uomo diverso dalla bestia? Il progetto artistico globale è frutto sia dell'impianto razionale che dell'impianto emotivo: cioè della ricerca e dell'esperienza personale e collettiva del viaggio presso i luoghi della memoria.
Ora, immaginatevi di entrare in un grande spazio circolare, a più piani, come una grande torta da sposi. Come un girone dell'Inferno. Questo spazio rappresenta una mappa. La mappa è la mappa di tutti ghetti europei da cui sono provenuti i prigionieri. Su questa mappa ci sono nomi di paesi, città, piccoli villaggi, a volte 10 case o baracche, a volte centri più sofisticati e popolati. Immaginatevi di avere tra le mani una mappa. Questa mappa vi porterà a conoscere varie storie. Piccole storie. In luoghi deputati. Questo spazio è attraversato da tante diagonali. Percorsi di emozioni ma anche di migliaia di piccoli e grandi piedi che hanno calpestato un terreno intriso di sangue.
Il pubblico si sposta da un piano all'altro, di stanza in stanza. Da storia a storia. Ascolta. Gli vengono dati (forse) oggetti o documenti. Diventa non solo spettatore, ma anche "testimone". Alla fine il pubblico deve già fare qualcosa. Ma cosa? Che cosa può fare il pubblico? Che cosa si può immaginare in modo che sia una cosa che rimane?
Ricordo un gioco che facevo da bambina:dire, fare, baciare, lettera, testamento. Dare soldi? Lavare dei panni? Scrivere un nome? Lasciare un bigliettino infilato nella fessura di un muro inventato? Contribuire con un gesto a creare un grande arazzo del ricordo? Un'opera d'arte della memoria? Un quadro? Dare il proprio nome a un oggetto: un paio d'occhiali? Una pipa? Una borsetta? Tingere qualcosa piano piano? Fino a che l'oggetto si colora interamente di rosso?
Ricordo anche il gioco del mondo: per terra, nel nostro museo della memoria, una mappa interattiva su cui noi camminiamo. Calpestiamo piccole aree che si animano. Voci. Immagini. Suoni. Grida soffocate.
Il Progetto prende spunto e ispirazione da diversi tipi di "muri": muri buoni e muri cattivi. Muri piccoli e muri grandi. Muri da buttare giù e muri da alzare. Muri come ossessioni, isolamento o difesa e protezione. Muri per comunicare, per lasciare messaggi, per mettersi in contatto, come quello dei messaggi di Facebook. Muri per lasciare un segno. Muri per precipitare. Muri per perdersi come in un labirinto, per esempio il monumento all'Olocausto di Berlino. Muri che parlano e muri che stanno muti. Muri che impediscono la vista e muri alla fine del mondo da cui si vede tutto. Anche il dimenticare o il sognare a occhi aperti possono diventare un muro".
- Quando
- Ottobre 2010
- Dove
- Cerreto Tra l'Arno e il Padule